Bisogna avere paura dell’indicatore di Warren Buffett?

Non c’è che dire, il marketing di Wall Street è sempre in agguato.

Cos’è il marketing di Wall Street?

Bè quel tam tam di media quotidiani e guru improvvisati che cerca in ogni modo di terrorizzare i risparmiatori per spingerli ad entrare ed uscire continuamente dal mercato.

Se sei un investitore di lungo periodo a Wall Street non interessi, perché non gli fai guadagnare abbastanza soldi. Ecco perché cerca di terrorizzarti! Wall Street sa molto bene che una persona impaurita sbaglia più facilmente e quando un piccolo risparmiatore perde soldi Wall Street si ingrassa.

Ogni volta si inventano un modo diverso per far preoccupare le persone e adesso va di moda il Buffett Indicator, ovvero l’indicatore inventato niente popo di meno che dal mito Warren Buffett.

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Ma torniamo al Buffett Indicator.

Innanzitutto cerchiamo di capire che cos’è e perchè in molti lo stanno utilizzando per seminare il panico.

Buffett creò questo indicatore nel 20o1 e lui stesso lo ha definito come il miglior indicatore singolo per capire se un mercato è sopravvalutato, equo o sottovalutato.

Il suo funzionamento è molto semplice e mette in relazione il valore del Wilshire 5000 Total Market Index, cioè l’intero valore di mercato azionario statunitense, con il GDP degli Stati Uniti, che altro non è che l’equivalente del PIL italiano.

Come vedi dall’immagine qui sotto, solitamente questo indicatore oscilla tra il +/- 30% del suo valore medio, quando eccede al rialzo da questi limiti significa che il mercato è sopravvalutato se sfora al ribasso è sottovalutato.

In particolare, secondo lo stesso Buffett, quando il rapporto tra la capitalizzazione  dell’intero mercato e il prodotto interno lordo supera il 200% significa che siamo in presenza di una possibile bolla.

Attualmente questo rapporto è al 228%.

Va da sè che gli spargitori di panico sono andati a nozze.

Infatti non gli sembrava vero di potersi giocare il nome di un Guru come Warren Buffett e associargli delle previsioni di futuri crolli.

Come sempre però la realtà è molto diversa.

È vero che l’ultima volta che ha raggiunto questa soglia si è verificato il crollo delle Dot.com del 2000, ma i due eventi non sono in alcun modo sovrapponibili.

Innanzitutto le quotazioni di oggi si basano per lo più su guadagni reali, che le aziende stanno già facendo, mentre allora nessuna delle aziende con il suffisso dot-com aveva ancora prodotto utili, tutto si reggeva sulle aspettative e non sulla realtà.

Inoltre ora viviamo in un epoca dove i tassi sono estremamente bassi ed è quindi molto più facile fare investimenti, questo fa sì che i guadagni attesi futuri siano molto più alti rispetto ad allora e quindi i prezzi attuali sono più sostenibili.

Ecco perché chi cerca di tirare in ballo il nome super autorevole di Buffett in realtà sta cercando di fregarti.

E la prova è che lo stesso Buffett sta continuando ad investire nel mercato azionario. Se fosse così convinto che fossimo alla vigilia di un crollo probabilmente avrebbe disinvestito tutto. Ma così non è.

Inoltre lo stesso Buffett ha sempre detto che non esiste e non potrà mai esistere un indicatore che da solo possa svelarci il futuro. Se esistesse lo seguirebbero tutti e non ci sarebbero più scambi sui mercati.

Infatti quando l’indicatore direbbe di vendere non si troverebbe nessuno disposto a comprare e viceversa se l’indicatore prevedesse una salita non ci sarebbe nessuno disposto a vendere.

Come vedi la realtà va sempre analizzata sotto vari aspetti e chi cerca di banalizzare le cose va preso sempre con sospetto.

Perchè un conto è cercare di spiegare la finanza con parole semplici come faccio io, un altro è cercare di spaventare i risparmiatori con spiegazioni semplicistiche e inesatte.

Poi sia chiaro, non ti sto dicendo che il mercato salirà a cannone nei prossimi mesi e che tutti saremo felici e contenti.

Certamente questo indicatore ci deve far aumentare il livello di attenzione, ma sarebbe veramente sciocco smettere di investire perché un indicatore del genere ha superato la soglia del 200%.

Infine non dimenticare mai che ciò che conta non è se l’intero mercato è sopravvalutato o meno ma se lo sono le aziende che hai messo nel tuo portafoglio.

L’indicatore di Buffett è calcolato sulla media di 5.000 aziende, tra queste ce ne sono di sopravvalutate e di sottovalutate, è come hai fatto le tue scelte che farà la differenza.

Se hai qualche dubbio sulle aziende che hai in portafoglio questo è il momento giusto per farti fare un check up di portafoglio da un professionista.

Infatti ancora per pochi giorni, in quanto lettore del Pasca Daily, puoi avere un’analisi completa del tuo portafoglio ad un prezzo vergognosamente basso, praticamente un regalo.

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Al tuo successo.

Giuseppe Pascarella

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