Incredibilmente, secondo una ricerca di Deutsche Bank, era dai tempi del regno di Napoli nel 1300 che non si vedevano interessi così bassi su di un titolo di Stato.
Da cittadini la cosa non può che farci piacere ma da investitori molto meno.
Infatti dobbiamo abbandonare per sempre – o almeno per molto tempo – l’idea di avere un interesse senza rischio.
Questo per due motivi, primo perchè al giorno d’oggi un Titolo di Stato, almenochè non sia quello di paesi molto forti come ad esempio la Germania, è tutt’altro che privo di rischio.
E soprattutto perchè, quand’anche il rischio fosse molto basso o addirittura assente è il rendimento a mancare totalmente.
Ma vediamo di scendere un po’ più sul concreto.
Partiamo dal grafico proposto dalla già citata ricerca della banca tedesca.
Come vedi negli ultimi 700 anni non c’è mai stato un momento dove i titoli di stato a 10 anni hanno reso così poco, ovvero circa lo 0.7%
All’atto pratico vuol dire che se presti 10.000 euro allo stato (cioè se compri un BTP a 10 anni) lo stato dopo 10 anni ti restituisce appena 10.070 euro.
Il tuo guadagno sarà di 70 euro in 10 anni!
Ne vale la pena? Ovviamente no!
Beh potrà sembrarti incredibile ma ancora molti risparmiatori hanno inculcata l’idea che i BOT e i BTP ovvero i vecchi cari titoli di Stato siano ancora l’investimento migliore.
Lo posso capire, per intere generazioni è stato come un riflesso automatico, quando si avevano dei risparmi da parte si acquistavano dei Titoli di Stato, ma ora il mondo è cambiato e bisogna adattarsi in fretta.
Tra l’altro non è solo un problema di interessi, come ti ho detto c’è anche un problema di sicurezza.
Infatti il debito Italiano è altissimo, circa 2.370 miliardi di euro, ed è la prima volta nella storia che abbiamo un debito che cresce e gli interessi che calano.
Infatti più il debito di uno Stato è alto e più il rischio che questo Stato non riesca a ripagare i debiti è maggiore, quindi i risparmiatori per prestare soldi ad un soggetto rischioso dovrebbero chiedere un interesse più alto.
In termine tecnico si chiama premio al rischio, ovvero più rischio e più voglio guadagnare altrimenti il gioco non vale la candela.
Beh ora il mondo si è rovesciato.
E ce lo dimostra ancora una volta questa bella ricerca di Deutsche Bank. Nel grafico sotto vedi gli interessi a 10 anni in relazione al debito pubblico.
Storicamente ogni volta che gli interessi si abbassavano era perché anche il debito si abbassava. Per la prima volta nella storia gli interessi continuano a calare ma il debito continuano a crescere.
E sarebbe ancor peggio se invece di parlare di BTP a 10 anni prendessimo in considerazione scadenze più brevi, come quelle a 3 anni.
Lì addirittura gli interessi sono negativi, vuol dire cioè che dopo tre anni lo stato ti restituisce meno soldi di quello che gli hai prestato.
Da questo ne deduciamo chiaramente che oggi più che mai il rischio maggiore che si può correre è quello di non assumersi dei rischi.
Se vogliamo stare sulle obbligazioni statali abbiamo la certezza di perdere denaro quindi al giorno d’oggi non è più possibile non dedicare parte dei propri investimenti al mercato azionario.
Comprare azioni, finchè i tassi di interesse saranno così bassi, è l’unico modo per garantirsi un rendimento che ci copra dall’inflazione.
Non ci sono altre strade.
In realtà volendo puoi comprare anche delle materie prime come oro o petrolio, ma è molto più complicato che comprare azioni.
Ecco perchè spendo così tante energie per far capire alle persone che il mercato azionario non è così difficile e rischioso come tutti pensano, ma che allo stesso tempo non è possibile affrontarlo senza avere un minimo di preparazione.
L’importante è scegliere il mercato giusto ed il mercato americano è sicuramente migliore e più sicuro di quello italiano.
Io lo seguo da una vita e posso dirti che mi ha dato soddisfazioni enormi.
Se vuoi conoscere meglio la mia storia e quale strategie uso allora la cosa migliore è leggere il mio libro: “Battere il Benchmark – la prima Bibbia sugli investimenti nel mercato americano –
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Al tuo successo!
Giuseppe Pascarella