Il 19 Ottobre non è stato solo il compleanno di una mia carissima amica d’infanzia, ma è stato anche il giorno in cui il mondo ha visto il debutto del primo ETF sui futures della criptovaluta più famosa del globo, il Bitcoin.
Non è stato quotato su una borsa qualsiasi, tipo quella del Bangladesh, non ho nulla contro il Bangladesh sia chiaro, ma le quotazioni sono partite dal floor più grande e famoso del mondo, il NYSE.
L’ETF nasce e parte proprio nel momento in cui il BTC rompe i 62.000 dollari avvicinandosi ancora al massimo toccato nell’Aprile scorso dei 64.896 dollari.
A dare la notizia è stata ProShares, la società che è riuscita a ottenere il via libera dopo diversi tentativi (negli ultimi quattro anni è stato bocciato il lancio di circa dieci Etf) e dopo altrettanti tentennamenti da parte della Sec (Security and Exchange Commission), l’autorità che regola i mercati finanziari americani.
Allora cosa è cambiato? Il direttore della SEC. Il vecchio Jay Clayton fu un presidente molto scettico, contrario alle criptovalute e a possibili quotazioni di ETF. Il nuovo capo, Gary Gensler, è un economista più aperto all’evoluzione delle cripto e quindi ha accettato la richiesta di ProShares ed il 19 Ottobre è stato quotato il primo ETF al mondo dedicato ai futures BTC.
Gary Gensler, il presidente della SEC, ha dichiarato: “Il Bitcoin è un asset altamente speculativo, ma è una riserva di valore in cui le persone desiderano investire come alcuni investirebbero in oro”.
Ormai non si può più parlare di “entusiasmo”, il Bitcoin è diventato a tutti gli effetti un asset gestito non solo dai piccoli investitori, ma anche dalle grandi banche ed hedge fund di tutto il mondo. Per certi versi ricorda la vecchia corsa all’oro negli Stati Uniti occidentali dal 1848 al 1860.
L’oro fu il rifugio sicuro e la riserva di valore più popolare nel XIX secolo. Considerato come una delle materie prime meno volatili. I suoi prezzi in quel periodo erano sorprendentemente bassi tranquilli rispetto all’alta volatilità dei Bitcoin.
Già a partire dal 2020, quando iniziò la grande corsa dei BTC, alcuni investitori consideravano la criptovaluta come una forma di oro digitale e quindi una riserva di valore. Per molti invece le criptovalute sono molto lontane dall’universo degli investimenti mainstream e non possono competere con l’oro e altre classi di attività in un portafoglio di investimenti ben diversificato. Da sottolineare però, che la correlazione è diventata negativa nel 2021 poiché la volatilità delle criptovalute è esplosa mentre l’oro è diminuito.
Le differenze nei fondamentali
Oltre ad una volatilità ben diversa e a prestazioni con correlazione inversa, i fondamenti dei BTC e dell’oro differiscono tra loro in molti altri aspetti. Prima di tutto, l’oro è un bene fisico, mentre il BTC è digitale, non è un aspetto da poco.
Sebbene entrambi siano “materie” sempre più scarse da trovare, l’oro non ha ancora un tetto da raggiungere oltre il quale potremmo dire “non c’è più oro”, mentre alla fine potranno essere estratti solo 21 milioni di Bitcoin, poi la festa sarà finita.
Inoltre, secondo Chainalysis, il 20% dell’attuale fornitura di Bitcoin è considerato non recuperabile a causa della perdita di dischi rigidi nelle discariche o di password perse nella testa dei primi investitori.
Troviamo somiglianze alla domanda. L’oro è visto come un investimento più sicuro con una lunga storia di utilizzo ed è ampiamente accettato da tutti una stragrande maggioranza di ETF, Hedge fund, banche e investitori. D’altra parte, le preoccupazioni per il furto di Bitcoin fino a qualche anno fa erano davvero preoccupanti; oggi quelle stesse preoccupazioni stanno svanendo, sebbene permangano rischi tecnologici non indifferenti.
I diversi modi per accedere ai flussi di ritorno dell’oro sono convenzionali e facilmente accessibili. Il BTC, tuttavia, è agli inizi, ma sta lentamente diventando più facilmente accessibile agli investitori tradizionali.
Una cosa molto importante che li accomuna, oltre alla loro possibile scarsità, è che entrambi gli asset hanno valori che non possono essere “gonfiati” dalla svalutazione valutaria e sono ottimi come copertura inflazionistica. Oro e BTC sono inoltre correlati ad altre classi di attività il che fornisce una prova incontrovertibile del fatto che sia un’ottima diversificazione in un portafoglio di investimenti.
Le preoccupazioni per l’inflazione che erode il potere d’acquisto hanno portato gli operatori di mercato verso attività liquide e/o scarse, che tendono a mantenere un valore nel tempo. La performance recente mostra che le criptovalute si sono comportate meglio di tutte le altre riserve di valore comunemente considerate, anche se con una volatilità molto più elevata. La volatilità potrebbe essere ancora elevata per le criptovalute poiché non hanno un sottostante e sono fragili di fronte ai rumors di mercato. Non avendo alcun fondamentale, si adattano alle forze di potenziali notizie di regolamentazione da parte dei governi e alla loro continua diffusa adozione da parte di governi o società private.
Conclusione
E’ inevitabile la crescita di adozione istituzionale delle criptovalute, anche se il contesto normativo globale è davvero difficile, cosa può spingere i legislatori o ancora meglio, gli investitori, ad accettare o a considerare il BTC come una riserva di valore? Gli ETF sono stati creati e ne verranno aggiunti sempre di più, l’S&P DJI ha lanciato i suoi primi indici sulle criptovalute nel 2021 e il CBOE ha lanciato i suoi primi futures già da qualche anno.
E’ ormai innegabile che molti investitori stanno cercando asset alternativi alle tradizionali obbligazioni o azioni da detenere in portafoglio come riserva di valore.
Gli investitori pro BTC sottolineano che ci sono molte ragioni per cui nel loro portafoglio c’è una buona fetta di peso dedicata ai BTC.
Detto questo, io ritengo che non ci sia nulla di strano nel detenere criptovalute nel proprio portafoglio, ma quando parliamo di una buona copertura contro l’inflazione, una riserva di valore, un modo per diversificare o un player diverso dalle classiche materie prime, l’oro è l’asset con la più lunga esperienza di apprezzamento dei prezzi nella storia umana. E questo è un dato di fatto.
Al tuo successo.
Giuseppe Pascarella