La FED ha il grilletto sui tassi?

Non bastava Evergrande a spaventare i mercati, ora ci si mette anche la Fed!

In realtà non c’è nulla di nuovo sotto il sole, da tempo si parla di un’economia in salute, di un’inflazione alle porte e di una Federal Reserve (la Banca Centrale Statunitense, per gli amici FED) pronta a passare da colomba a falco.

Come ben sai, si dice che una banca centrale adotta una politica da colomba quando allarga i cordoni della Borsa e quindi inonda il mercato di liquidità, viceversa una banca centrale diventa falco quando invece questa liquidità la restringe.

Ovviamente negli ultimi anni tutte le banche centrali ed in particolare la FED sono state estremamente colombe, quindi l’idea che il volatile della pace possa far spazio al più aggressivo falco spaventa i mercati.

Ma da dove nasce questa preoccupazione?

Bè, come ti ho già anticipato ieri su facebook, La Federal Reserve ha dichiarato che prenderà in considerazione la riduzione del suo piano di acquisto di asset finché l’economia continuerà a migliorare.

A seguito della riunione regolarmente programmata di questa settimana del suo comitato di definizione delle politiche, la Fed ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava che “l’economia ha compiuto progressi verso” i suoi obiettivi.

Tuttavia, non ha rilevato che l’economia aveva raggiunto il parametro di riferimento “sostanziali ulteriori progressi” che si era prefissato in precedenza.

Allo stesso tempo, la banca centrale ha aggiunto una frase alla sua dichiarazione politica indicando un potenziale calo all’orizzonte.

 “Se i progressi continuano ampiamente come previsto, il comitato ritiene che presto sarà giustificata una moderazione nel ritmo degli acquisti di asset”, ha affermato la banca centrale nella sua dichiarazione.

In particolare, ciò che ha allarmato i mercati è stata una nota che ha fatto sapere che ben la metà dei 18 partecipanti del Federal Open Market Committee ora si aspettano di alzare i tassi di interesse almeno una volta nel 2022, anticipando di molto la data prevista del 2024.

I tassi di interesse rappresentano lo strumento principe delle politiche convenzionali di una banca centrale, quindi se la Fed decidesse davvero di alzare i tassi sarebbe un gesto simbolico molto forte che sicuramente potrebbe avere impatto sui mercati.

Ovviamente tutto può essere e, come dico sempre, non bisogna impostare il portafoglio sulla base di una previsione, ma bisogna avere la capacità di impostare una asset allocation che sia resiliente a più scenari futuri possibili.

Di sicuro partirà la riduzione dei 120 miliardi di dollari di acquisti mensili di Treasury e titoli garantiti da ipoteca iniziati in risposta alla pandemia di Covid-19.

Su quello però il mercato sembra ormai preparato, visto che Il presidente della Fed Jerome Powell ha affermato che le riduzioni sarebbero graduali e si concluderanno entro la metà del 2022.

Tuttavia la FED non ha dato una data precisa su come si svolgeranno le operazioni di Tapering, molto dipenderà da come si svolgerà l’uscita dalla pandemia, tanto che la stessa FED ha dichiarato: “Probabilmente i progressi sulle vaccinazioni continueranno a ridurre gli effetti della crisi della salute pubblica sull’economia, ma permangono rischi per le prospettive economiche.

Quindi è davvero così probabile che la Fed aumenti i tassi di interesse nel 2022?

Ah saperlo…

Ciò che è certo è che per il momento i tassi non si muovono visto che la Fed ha mantenuto l’intervallo target dei tassi sui fondi federali allo 0,0%-0,25% e, come scrivevo ieri su facebook, anche se apparentemente ha messo sul tavolo il tapering, la banca centrale ha mantenuto il suo programma di acquisto di asset al tasso attuale.

Continueranno inoltre gli acquisti di almeno 80 miliardi di dollari al mese di titoli del Tesoro e di almeno 40 miliardi di dollari al mese di titoli garantiti da ipoteca dell’agenzia.  

Insomma, Powell continua a giocare a nascondino, dando un colpo al cerchio ed una alla botte, per lasciarsi completamente le mani libere. 

Tutto dipenderà dall’inflazione, sarà transitoria o permanente?

Nel secondo caso, ovvero se l’inflazione sarà permanente, un rialzo dei tassi sarà molto più probabile, altrimenti io continuo ad avere dei dubbi.

E la Fed sull’inflazione cosa dice?

Bè, anche qui continua a dare un colpo al cerchio e una alla botte, da una parte fa sapere che l’inflazione si mantiene a livelli molto elevati, ma dall’altra i responsabili delle politiche monetarie hanno dichiarato che continuano a vedere gli aumenti dei prezzi come “riflettenti in gran parte fattori transitori”.

E a questo punto immagino che ti starai facendo una domanda più che legittima?

Si, ma allora cosa devo fare con i miei investimenti?

Domanda lecita, ma alla quale non esiste una sola risposta. 

Infatti quello che certamente non devi fare è indovinare se i tassi verranno alzati o meno e agire sulle previsioni.

Tirare a indovinare sarebbe troppo rischioso

D’altronde nessuno può sapere con esattezza come si comporterà il mercato e soprattutto cosa accadrà una volta che ci saremmo lasciati alle spalle la Pandemia di Coronavirus.

Quello che invece devi fare è capire se il tuo portafoglio è resistente per affrontare al meglio possibili scenari futuri.

Farlo non è facile lo so, ed è per questo che ho istituito da qualche tempo un nuovo servizio.

Ho deciso di mettere a tua disposizione i ragazzi del mio team per analizzare il tuo portafoglio e dirti se presenta le giuste caratteristiche per vedere i tuoi investimenti prosperare, anche se dovesse cambiare lo scenario finanziario.

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Al tuo successo,

Giuseppe

 

 

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